Il titolo potrà sembrare provocatorio, ma un dato di fatto esiste: le modalità di apprendimento dentro e fuori la scuola sono cambiate drasticamente.

Se la tecnologia era sempre stata un sussidio aggiuntivo alla didattica che le scuole potevano o meno proporre ai ragazzi, oggi Internet è diventata l’unica ancora di salvezza a cui si aggrappano le istituzioni pubbliche e private per continuare ad erogare servizi altrimenti impossibili da gestire nell’era del Covid-19.

Nel pre-Covid infatti, istituzioni e privati potevano scagliarsi a favore o contro l’utilizzo della tecnologia, dei social, delle piattaforme online. Fino a un paio di anni fa, le scuole in grado di operare anche online erano definite “all’avanguardia” e, per quanto comunque immaginabile nel lungo termine, difficilmente si sarebbe pensato a un cambio così drastico delle modalità di apprendimento.

Poi, ci si è trovati davanti a una scelta obbligata; un dato di fatto immutabile che fa sorgere degli interrogativi validi almeno nel breve termine: come può la scuola adattarsi al mondo del Covid-19? Si è già adattata? Come offrire ai ragazzi una didattica continuativa in una luce nuova? Sarà possibile nel post-Covid tornare alla “vecchia” didattica? E nel frattempo?

E soprattutto: la scuola si trasferirà totalmente online?

La scuola è cambiata

Nel 2020, la scuola in Italia si è adeguata a quelle che erano le necessità su scala mondiale. Tuttavia, ridurre gli orari in presenza e alternare la didattica a distanza con quella in loco potrebbe non essere l’unica soluzione che si prospetta per il futuro degli studenti, specialmente per i più giovani. Inoltre, l’alternanza tra presenza e lezioni online sta riscontrando non poche problematiche.

La possibile alternativa alla presenza fisica sta prendendo sempre più spazio nella vita dei giovani studenti. Per di più, insegnanti sempre più giovani si stanno inserendo come docenti o supplenti nel mondo dell’Istruzione. Ciò implica un utilizzo di piattaforme online e social network sempre più marcato da entrambe le parti: anche i docenti nel 2021 sono “social”.

Non solo, la “presenza online” sta sì diventando una condizione quotidiana per lavoratori e studenti, ma anche per amici, familiari e chiunque voglia relazionarsi in qualunque parte del mondo. Essere online sta ormai affermandosi come vero e proprio modo di vivere; apprendere online è la quotidianità. Cosa significherà questo per l’apprendimento?

Sembra che le scuole (le quali addirittura preparano gli open day totalmente online) si stiano man mano trasferendo istituzionalmente e completamente nel mondo di Internet. Poco importa che parte della didattica sia svolta in presenza; la maggior parte dei servizi sono da prenotarsi o da effettuarsi online.

L’apprendimento online è senza dubbio diverso dall’apprendimento in presenza. Per quanto la lezione in sé possa avvenire secondo il classico schema “docente che parla e studente che ascolta” con l’ausilio di libri cartacei, molte cose sono cambiate. Prima fra tutte: il social network sta diventando un “teaching tool”, uno strumento di ausilio didattico.

Quali sono i limiti della scuola online?

Ah, se all’epoca della scuola in presenza avessimo potuto “non farci vedere” dall’insegnante! Quanto ci saremmo distratti? Quanto meno avremmo imparato? Una delle problematiche più grandi della didattica a distanza è senza dubbio questa: la dispersività, la distrazione.

Per di più, Internet è un mondo davvero vasto. Alla distrazione, si aggiunge probabilmente l’eccesso delle informazioni. Se da un lato è possibile, per uno studente consapevole, specializzarsi e trovare materiali informativi in maniera più semplice rispetto com’era per suo padre trent’anni fa, dall’altro lato su Internet c’è tutto (o quasi). Senza contare il fatto che, trasferendosi online, la vita sociale scolastica e il modo di rapportarsi con l’altro mutano drasticamente. Per di più, docenti e studenti dovrebbero essere “guidati” nel nuovo “spazio” per comprenderne gli strumenti e utilizzarne al meglio i contenuti.

Inoltre, ad oggi nel pianeta online non c’è distinzione tra l’ambiente scolastico e il resto. Il fatto di poter passare così rapidamente dalla scuola al “resto” potrebbe essere decisamente confusionario a lungo termine.

In una situazione di necessità, bisogna però adeguarsi.

Fare scuola "dentro" i social network

Forse sarebbe stato impensabile a chi di noi ha frequentato la scuola old style, ma nel 2021 stanno prendendo piede diversi esperimenti di didattica “alternativa”. Non solo: addirittura “didattiche alternative” si stanno insinuando nelle modalità di apprendimento parallelamente all’attività scolastica, basti pensare al tutorial!

Certo, il concetto di tutorial è oggi limitato esclusivamente ad ambiti extra-scolastici. Certamente non è quella la via per l’istruzione. Tuttavia, il tutorial dimostra che è possibile imparare online; così come è possibile fare lezione online.

Esiste oggi una piattaforma interattiva apposita in cui studenti e docenti possono incontrarsi e in cui siano presenti tutti i materiali di studio necessari alla formazione che l’alunno sceglie di intraprendere? Una piattaforma che non sia quella di una specifica istituzione, come è oggi, bensì un vero e proprio “luogo” della scuola? Non certo un Netflix dell’Istruzione, ma una realtà nuova. In questo senso, che esperimenti stanno iniziando a prendere piede?

Nel breve termine un progetto scolastico online generalizzato che contempli tutti non è possibile, né in cantiere. La scuola continuerà a mantenere l’alternanza della didattica ancora per il tempo necessario. Tuttavia, forse bisogna iniziare a pensare a un futuro nuovo (e perché no, rivoluzionario) che porti continuità agli alunni anche qualora questi, purtroppo, non possano tornare in presenza.

L’interrogativo che sorge è: sarà veramente possibile tornare in presenza, dopo che le modalità di apprendimento degli studenti (specialmente i più piccoli) si saranno adattate per necessità a questa vita scolastica online?

I social per la scuola: esperimenti in corso

Ecco gli esperimenti social di scuola ad oggi:

  • Edmondo: piattaforma esclusivamente dedicata alla didattica presente in rete dal 2008. L’interfaccia è simile a quella di Facebook e molto semplice da usare. Ci si può iscrivere da insegnanti e studenti: l’insegnante ha la possibilità di creare classi virtuali a cui si può accedere con un codice; lo studente può condividere compiti e visualizzare contenuti, talora anche interattivi.
  • Socloo. The social school: un progetto italiano. Anche in questo caso ci si trova di fronte a una grafica simile a quella di Facebook, con una differenza sostanziale: le identità di docenti e studenti vengono verificate. Si controlla cioè, che i docenti e gli studenti siano effettivamente operativi nella scuola italiana. L’obiettivo è quello di creare un social che unisca tutte le scuole italiane. Il problema potrebbe sussistere nel fatto che, ad oggi, la piattaforma è finanziata privatamente e questo crea un collegamento abbastanza nuovo tra istruzione, dati e marketing online.

Creator o docente? #imparacontiktok: una buffa curiosità sull’apprendimento online

L’estremo delle modalità di apprendimento 2021 lo troviamo in una delle app più in voga del momento. Un filone di contenuti informativi è presente addirittura su TikTok: nuovo modo di apprendere e condividere conoscenze, competenze e interessi. Addirittura si possono trovare corsi flash di lingue straniere, cultura generale, arte… e matematica! E non per forza a creare i contenuti sono persone esterne alla scuola, anzi.

Ebbene sì: addirittura alcuni docenti e ricercatori sono su TikTok. Un esempio: Marco Martinelli, ricercatore presso la Scuola Sant’Anna di Pisa, realizza video scientifici che cercano di spiegare fenomeni della fisica o della chimica in meno di un minuto.

È così. Forse è veramente iniziata una nuova era: quella dell’apprendimento online. E voi, preferivate la scuola in presenza?