Per la scuola si torna a parlare di concorsi, ed è il nuovo Ministro per l’Istruzione, Patrizio Bianchi, a farlo. Prende piede, infatti, l’ipotesi di un nuovo corso-concorso per reclutare un maggior numero di insegnanti rispetto alle assunzioni già in programma.

Le scuole riaprono, ma senza insegnanti. Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi è riuscito, dopo un lungo dibattito, a far riaprire le scuole. Lo abbiamo appreso dall’ultimo Consiglio dei ministri ed è nero su bianco nel nuovo decreto anti-Covid. Nella proposta però manca il dato più importante: gli insegnanti.

Si parla di un buco di oltre 60mila professori, a cui si aggiungono i pensionamenti, per un totale di quasi 100mila unità in meno di insegnanti nelle scuole. Numeri che difficilmente verranno colmati dal concorso straordinario, voluto dall’ex ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, conclusosi a febbraio 2021.

I partiti si dividono sulle possibili soluzioni, ma le critiche maggiori arrivano dai direttivi docenti precari delle varie Regioni. "È inaccettabile - scrivono - che si selezioni ripescando dalle graduatorie dei bocciati al concorso".

Nonostante i concorsi l’organico della scuola è ancora sottodimensionato

Il 2020 è stato un anno di eccezioni e record, anche se quasi sempre in negativo, come per il caso dei 200mila supplenti che hanno preso posto nelle aule, virtuali o fisiche, da settembre ad oggi. Una situazione che non può ripetersi, ma in che modo?

Molti posti sono vuoti dallo scorso anno e tra pensionamenti e nuove esigenze, il numero di insegnanti mancanti si aggira intorno ai 99mila. A poco o nulla è servito il concorso straordinario indetto dall’ex ministra Azzolina che prevedeva di coprire 32mila posti, comunque insufficienti per colmare l’attuale richiesta di cattedre.

Dopo una serie di sospensioni a causa Covid, penuria di domande e molte bocciature, il rischio è di ritrovarsi nuovamente a far uso delle supplenze, che secondo Cisl Scuola supereranno le 220mila unità.

Un vero e proprio flop che non ha risolto il grave problema della penuria di insegnanti. Iniziano ad arrivare i dati dalle Regioni nelle quali i risultati del concorso sono stati pubblicati: in Piemonte, per esempio, su 78 posti disponibili per insegnare informatica, si sono presentati in 115, ma sono passati in 18. Simile esperienza per Puglia, Sicilia e altre Regioni.

Pochi docenti per la scuola: serve un nuovo concorso?

Segnale chiaro”, aveva commentato Patrizio Bianchi, ministro dell’Istruzione, sulla riapertura delle scuole. Un passo importante per il ritorno alla normalità, per “far respirare i genitori” è stato detto in diverse occasioni.

Bisogna adesso concentrarsi sugli insegnanti e sui problemi che storicamente affliggono questa categoria: il precariato, primo fra tutti. Proprio per fronteggiare la mancanza di insegnanti, il ministro Bianchi e il premier Draghi stanno pensando a un maxi piano di stabilizzazione dei docenti precari.

Il decreto anti-Covid presenta lo sblocco dei concorsi pubblici a partire dal 3 maggio. Ma se anche i due concorsi ordinari da 46mila cattedre partissero immediatamente, non si concluderebbero in tempo per le assunzioni 2021-2022.

Serve quindi una soluzione alternativa.

Nuovo corso-concorso per la scuola: il Ministro Bianchi ci pensa

La prima ipotesi passerebbe dallo sblocco della mobilità e del vincolo dei 5 anni, mentre per la seconda ipotesi si pensa a un rinvio della mobilità e una conferma di tutti i precari sui posti attualmente occupati.

In entrambi i casi, secondo il ministro Bianchi, si dovrebbe pensare a un corso-concorso incentrato sui titoli di servizio, per inserire precari storici, con un primo anno formativo e l’immissione in ruolo nel 2022-2023.

La critica dei docenti precari

Lucia Azzolina e il Movimento 5 Stelle criticano l’ipotesi del corso-concorso, mentre Pd e Lega sono favorevoli. "Invece di confrontarsi tra di loro - scrivono i docenti precari - dovrebbero confrontarsi con noi".

Il concorso ordinario non è la soluzione più idonea per coprire le quasi 100.000 cattedre vacanti e non lo è per due motivi:

  • Le tempistiche sono troppo lunghe per esaminare gli oltre 500.000 candidati mediante procedura ordinaria entro settembre 2021;
  • Le modalità di selezione degli aspiranti docenti si concentrano soltanto sulle nozioni, dimenticando completamente le capacità empatiche e gestionali, nonché l’esperienza specifica maturata in classe.

I precari chiedono un percorso formativo abilitante che è stato negato loro per sette anni e propongono di:

  • stilare una graduatoria per titoli e servizio riservata ai triennalisti dalla quale attingere per inserire docenti in cattedra già dal 1° settembre 2021;
  • tali docenti potrebbero accedere all’anno di prova formativo-abilitante;
  • al termine di quest’ultima prova dovrebbero sostenere un esame orale finale atto a confermare l’ingresso in ruolo.