Test salivari a scuola per tutti gli studenti; questa la proposta in vista delle riaperture delle scuole il 26 aprile.

Semplice e non invasiva, lo dicono gli esperti. La Lombardia anticipa le altre regioni e, dopo mesi di test effettuati dall’Università degli Studi di Milano, dal primo maggio inizierà a monitorare le scuole con questo metodo.

"Semplici e meno invasivi, il monitoraggio (con i test salivari) sarà ancora più accurato", queste le parole del Presidente della Regione lombarda, Attilio Fontana.

Ma cosa ne pensano gli esperti? Il monitoraggio dei casi è una delle azioni necessarie per fermare in tempo i contagi nei luoghi di assembramento come le scuole. L’uso di test rapidi, per quanto meno efficaci (rilevano 6 positivi su 10), sono comunque uno strumento per arginare l’aumento dei contagi in vista delle riaperture.

Test salivari nelle scuole: nessun fastidio per i bambini

I test salivari non sono invasivi, per questo sono stati proposti per il monitoraggio nelle scuole elementari e negli asili. L’aumento dei contagi tra i bambini dai 6 ai 10 anni desta preoccupazione. Questo perché la fascia di età coinvolta risulta positiva alla variante inglese.

L’utilizzo dei test salivari non comporta nessuno stress per il bambino, che deve semplicemente masticare un batuffolo di cotone, attaccato saldamente a un bastoncino, per un minuto una volta a settimana.

A detta degli esperti, questo genere di monitoraggio con test salivare, è perfetto per gli ambienti circoscritti come le scuole, le RSA e le carceri. Il loro utilizzo semplice e autonomo li rendono i test più veloci da fare. Una diagnostica, quindi, rapida che darà una notevole spinta nel limitare i contagi nelle strutture scolastiche.

Ovviamente in caso di positività bisognerà effettuare un ulteriore test molecolare (RT-PCR), quello che prevede il prelievo, tramite un bastoncino, di un campione delle vie respiratorie.

Riapertura scuole e aumento dei contagi

Gli esperti sciorinano informazioni da studi su come l’aumento dei contagi a livello nazionale non dipenda dalle scuole. Sappiamo infatti che la scuola, per quanto comunque sia un ambiente di assembramento, se ben organizzata si avvicina al tanto vociferato "rischio zero".

Tutto ciò che ruota intorno alla scuola è invece in dubbio. Vuol dire che i trasporti, gli assembramenti fuori dalla scuola e i contagi in casa o all’aperto rimangono. Fino a quando la campagna vaccinale non raggiungerà le 500 mila dosi giornaliere, come auspicato dal Generale Francesco Paolo Figliuolo, i dubbi sulla sicurezza non saranno mai abbastanza.

Le Regioni hanno iniziato a mandare i dati sulle prime settimane di riapertura delle scuole e non sembra andare bene ovunque. In alcune Regioni e città il numero di studenti risultati positivi è nell’ordine di 500 a settimana, senza contare i quasi 200 a settimana tra insegnanti e personale ATA.

In questo contesto in bilico la proposta dei test salivari vuole essere una risposta, un ulteriore tentativo di arginare i contagi e permettere alle scuole di funzionare almeno fino alla fine dell’anno.