Quota 100 consente al personale scolastico di andare in pensione qualora la somma tra età e contributi sia pari a 100, con un limite minimo: almeno 62 anni d’età e 38 anni di contributi per richiedere la cessazione del servizio.

La misura di flessibilità Quota 100, introdotta nel 2019, è stata considerata, tuttavia, un fallimento per il basso numero di adesioni registrate dall’INPS, a fronte di un costo troppo alto. Per questo motivo Quota 100 rispetterà la scadenza prevista dal decreto 4/2019, cessando di esistere dal 1° gennaio 2022.

Ancora qualche mese, dunque, e non si potrà più andare in pensione con Quota 100, eccetto che per coloro che hanno maturato i requisiti richiesti entro il 2021; per gli altri potrebbero esserci delle alternative, in quanto sembra che il Governo stia riflettendo sulla possibilità di un nuovo riordino in ambito previdenziale.

Pensione con Quota 100: chi può andarci fino al 2022

Per gli insegnanti che hanno maturato i requisiti entro il 31 dicembre 2021 sarà comunque possibile usufruire di Quota 100, anche dopo la scadenza della misura. Se i requisiti sono stati maturati prima di tale data, infatti, docenti e collaboratori ATA potranno comunque usufruire della pensione anche negli anni successivi.

Questo perché chi ha raggiunto i requisiti entro il 31 dicembre 2021 acquisisce il diritto a pensionarsi anche successivamente a tale data, cristallizzando, cioè, il diritto a pensione.

Per il personale scolastico, la domanda per usufruire di Quota 100 va presentata, secondo legge, con un preavviso di 6 mesi. Pertanto, per andare in pensione dal 1° settembre, la domanda si presenta entro il 28 febbraio dello stesso anno, a patto comunque che i requisiti siano stati maturati entro il 31 dicembre 2021.

Riordino previdenziale: le proposte alternative a Quota 100

Il Governo sta ragionando su misure di flessibilità che possano prendere il posto di Quota 100. Al momento, le ipotesi più vagliate sono Quota 92 e Quota 102:

  • Quota 92 sarebbe una possibilità riservata agli insegnanti di asilo nido e scuola materna (lavoratori gravosi) con un minimo di 30 anni di contributi e 62 anni di età. Questa proposta comporterebbe però un taglio di almeno il 3% sull’assegno per ogni anno di anticipo, con conseguente perdita di denaro per il lavoratore che passa a regime pensionistico;
  • Quota 102 sarebbe invece per tutto il personale scolastico. Si prevede in questo caso la possibilità di pensione a 64 anni di età, mantenendo i 38 anni di contributi previsti dalla Quota 100, accettando però un ricalcolo interamente contributivo dell’assegno.

Attenzione: sia Quota 92, sia Quota 102 restano ad oggi ipotesi e niente è ancora certo.