Venerdì 8 aprile si è votata la mozione per l’apertura delle scuole in sicurezza e far tornare in aula tutti gli studenti e le studentesse di medie e superiori anche in zona rossa.

Non sembrano esserci motivi per tenere chiuse le scuole, anche secondo l’Istituto superiore di sanità (ISS): solo il 2% dei focolai avrebbe origine all’interno del contesto scolastico.

Serve riaprire, perché la scuola ricopre un ruolo fondamentale per i giovani sotto diversi punti di vista. Studi hanno dimostrato che il lockdown è la causa principale dell’aumento di disturbi emotivi tra i minori: depressione, anoressia e apatia.

Sì alla mozione sulle riaperture delle scuole

La Camera approva le due mozioni sulla riapertura delle scuole di ogni ordine e grado. Accanto alla richiesta di riapertura, anche quella sullo screening di massa del quale si sentiva la necessità da tempo.

Ne avevamo parlato qualche giorno fa: "riaprire sì, ma in sicurezza", scrivevano e commentavano i virologi. Con l’approvazione di queste due mozioni da parte del Parlamento, il Governo si impegna così a intraprendere iniziative per la riapertura totale delle scuole, anche in zona rossa e ad accelerare l’adozione di protocolli di prevenzione.

Non solo, la mozione proposta da Marco Bella, del Movimento 5 Stelle e firmata dalla maggioranza, chiede al governo di adoperarsi per avviare lezioni alternative alla didattica a distanza (Dad).

Si parla di lezione all’aperto, presso parchi, riserve, musei, per poter garantire attività educative e al tempo stesso concedere occasioni di socialità.

I politici lo hanno compreso: bisogna occuparsi anche dell’impatto psico-fisico che la pandemia ha avuto sui ragazzi.

Nel documento della mozione si legge:

Il nostro Paese, com’è noto, è stato tra i primi ad essere colpito dalla pandemia [...] tra le misure immediatamente adottate, nell’urgenza del momento [...] vi è stata la sospensione di tutte le attività didattiche in presenza.

E si aggiunge:

...la sospensione delle attività didattiche in presenza e il conseguente avvio della didattica a distanza hanno causato notevoli difficoltà agli studenti e alle studentesse. La reale portata delle conseguenze, su un piano psicologico, sociale, formativo ed educativo, non è ancora valutabile, ma si teme che possano difficilmente essere colmate se non si interviene adeguatamente.

La chiusura delle scuole non è democratica: perché riaprire subito

La sospensione delle attività non è stata democratica e uguale per tutti, ha colpito maggiormente le fasce della popolazione in condizione di povertà. Le famiglie non abbienti, impossibilitate ad accedere a dispositivi elettronici, hanno avuto difficoltà a far seguire le lezioni online, causando un accumulo di learning loss difficilmente colmabile.

Secondo l’Istat l’8% degli studenti e delle studentesse non hanno accesso alla Dad per mancanza di connessione internet e/o supporti elettronici. Dato ancora più preoccupante se si guarda agli studenti con disabilità, che rimangono esclusi dalle lezioni online nel 23% dei casi.

Ma scuole chiuse vuol dire anche disagi emotivi e fisici. Aumentano i casi di disturbi psicologici come depressione, anoressia e alienamento. Dopotutto un paese senza scuola è un paese senza futuro e i più giovani non riescono a immaginare un mondo post-Covid nel quale vivere.

Se aggiungiamo il dato di Save the Children, citato dalla mozione, sull’assenza di pasti regolari, si palesa un problema ben più grave: 160mila alunni non hanno avuto, nel periodo di chiusura delle scuole, pasti adeguati. La crisi e l’aumento del costo della vita ha fatto salire le statistiche di consumo dei "cibi spazzatura", notoriamente meno costosi. Un dato che, oltre a quello psicologico, ci mette in guardia sulle problematiche del prossimo futuro.