Riaprono le scuole per gli studenti di tutta Italia.

Come previsto dal decreto legge del 1° aprile, in zona rossa si torna a scuola fino alla prima classe delle scuole secondarie di primo grado. In zona arancione meno limiti, scuole medie al completo e superiori in presenza dal 50% al 75%.

Quasi 6 milioni di giovani in aula, ma la soglia di sicurezza è rimasta quella dei mesi precedenti. Stesse regole e stessi rischi: trasporti e assembramenti fuori le scuole. In aula distanza di un metro e mascherine obbligatorie, ma è il tracciamento dei più giovani la vera falla nel sistema.

Nel frattempo il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ragiona sul "piano di lavoro scolastico estivo". Recupero, progetti creativi di socializzazione e altre attività in calendario per i mesi di luglio e agosto.

Scuola verso la riapertura: dal 7 aprile sui banchi di scuola

Domani, mercoledì 7 aprile, le lezioni torneranno in presenza, ma non per tutti. Con il cambio di colorazione e l’assenza di zone gialle, per gli studenti non è ancora assicurata la presenza al 100% in aula. Il Premier Mario Draghi vuole portare tutti gli studenti in aula entro la fine dell’anno, ma non ci sono certezze.

Come scritto nel decreto legge del 1° aprile, nelle zone rosse il rientro nelle scuole sarà previsto in maniera parziale, fino alle prime classi delle scuole secondarie di primo grado. Nelle zone arancioni vanno in classe anche i ragazzi del liceo, sempre entro i limiti del 75%, dividendo le lezioni tra DAD e in aula.

In questo modo torneranno in aula 832mila bambini dell’infanzia, 1,5 milioni nella scuola primaria e 342mila per le scuole medie. Nelle isole in presenza tornerà la quasi totalità degli alunni (82-83%).

Per un totale di 5,6 milioni di alunni in presenza (65,5%) e 2,9 milioni in DAD (34,5%)

Rientro a scuola per 5,3 milioni di studenti: è sicuro?

Tutti in aula, o quasi, ma con i soliti rischi. La soglia di sicurezza non è stata rivalutata e le vecchia abitudini, lo sappiamo, sono dure a morire. A partire dai mezzi di trasporto, dove il rischio assembramenti è una realtà, fino alla sicurezza dentro e fuori dagli istituti.

A novembre e febbraio le poche settimane in presenza hanno avuto come conseguenza un aumento dei contagi. Le scuole, come altri luoghi chiusi e molto frequentati, sono considerati luoghi di contagio. Il primo passo è frenare i metodi di sicurezza "fai da te" e approvare delle linee guida generali per un rientro più sicuro.

Le regole restano quelle di sempre: mascherine obbligatorie, un metro di distanza tra i banchi. Al contrario, spiega Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale dei presidi, le scuole non hanno avuto alcuna informazione sul tracciamento per gli studenti. E aggiunge:

Non c’è un’iniziativa in tale senso e temo che il problema sia nella difficoltà dell’organizzazione logistica per fare i tamponi. Anche per quel che riguarda i mezzi di trasporto pubblico non è cambiato molto. C’è la paura di ritrovarci a dover chiudere tutto di nuovo, un nuovo stop che andrebbe a bloccare tutto di nuovo. Per questo siamo pronti a recepire eventuali nuove regole qualora il Cts decidesse di darne.

Rientro in aula da aprile fino ad agosto. Le proposte per il "piano estivo"

Dopo più di un anno di crisi, la gestione della scuola pensa ai giovani e al bisogno psicologico di socializzazione e creatività al di fuori delle proprie abitazioni.

Prende forma così il "piano estivo" del Ministro dell’Istruzione. Si cercano fondi per aprire le scuole in estate e garantire attività creative e di socializzazione per tutti i giovani.

Il calendario del piano estivo prevede a giugno il recupero delle materie, a luglio i corsi di recupero e ad agosto attività creative e sociali, ma solo su base volontaria, tanto per il personale docente e ATA, quanto per ragazzi.