A scuola è più che normale affrontare il tema della shoah, tanto trattando l’argomento di Storia, quanto narrativa, Filosofia o perché viene chiesto di scrivere un tema con argomento “shoah”. Sembra banale, ma è sempre bene ricordare che il genocidio ebraico - evento ascrivibile all’interno del periodo storico della Seconda guerra mondiale - non nasce dal nulla e ancora oggi vi sono richiami a esso.

Shoah è un termine ebraico. Il suo significato, “tempesta devastante”, è esplicativo di quello che è accaduto agli ebrei durante il secondo conflitto mondiale. Solitamente shoah e olocausto vengono usati senza distinzione.

La differenza tra i due termini esiste, ma nel corso del tempo è diventata sempre più sottile. Proprio per questo è essenziale sempre, ma soprattutto di questi tempi, non dimenticare quello che è accaduto.

La differenza tra shoah e olocausto

Per iniziare a comprendere la storia della Seconda guerra mondiale e le conseguenze che ancora oggi sentiamo nominare, definite come antisemite, bisogna comprendere i termini usati, sentiti e studiati.

Tra questi il termine “shoan” è spesso confuso - anche per un utilizzo più moderno - con il termine olocausto. Scopriamo insieme la differenza tra i due termini, non certo del tutto diversi, ma comunque differenti.

Con shoah si intente:

il termine ebraico “tempesta devastante”, dalla Bibbia in Isaia 47, 11. In questo passo, come negli altri nel quale compare a indicare una distruzione, ma più neutra, non religiosa.

Mentre con olocausto:

che deriva dal greco e traduce anche un termine biblico legato alla sfera dei sacrifici cruenti e animali, si inferma il sacrificio ebraico detto ‘olah, ossia un sacrificio che viene “tutto bruciato”.

Entrambi i termini sono divenuti memoria e storia di un evento tanto cruento quanto impensabile; oggi “shoah e olocausto” sono termini intercambiabili.

Shoah: cos’è e perché?

Solitamente si legge, parla e scrive di shoah od olocausto pensando unicamente a quanto accaduto nella Secondo guerra mondiale. Il pregiudizio nei confronti degli ebrei però nasce molto prima ed è il motivo per il quale ha attecchito così bene nell’Europa geografica occidentale.

Verso la fine dell’800 un testo ha iniziato a circolare e a far parlare di sé: “I protocolli dei Savi di Sion”. Un falso documento messo in circolazione, per screditare gli ebrei, dalla polizia segreta zarista dell’impero russo.

Questo falso, ancora oggi preso sul serio da qualcuno, scatenò una serie di eventi, come l’affare Dreyfus e ha fatto da base per tutti i pregiudizi e l’odio seguente. Importante ovviamente non dimenticare la conseguenza peggiore: l’Olocausto.

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Shoah od olocausto segnano l’inizio della discriminazione di persone di religione ebraica durante il Terzo Reich. Adolf Hitler scrisse i suoi intenti nel Mein Kampf durante il periodo di prigionia a seguito del tentato colpo di Stato.

Hitler dava la colpa della sconfitta tedesca nella Prima guerra mondiale, e la macchina della propaganda agiva in tal merito, agli ebrei. Per costruire uno Stato puro, una Germania grande, ha prima isolato dalla vita sociale e lavorativa gli ebrei (Leggi di Norimberga), poi li ha deportati nei campi di concentramento e infine uccisi nella soluzione finale (1942). Un riassunto brutale nella sua essenzialità, ma reale.

Shoah: perché serve ricordare

Proprio per questo ricordare gli eventi, con un giorno dedicato, è necessario - soprattutto perché l’Italia ha fatto la propria parte con discriminazioni e deportazioni.

Ancora oggi ci sono persone che, per motivi ideologici e politici, vogliono credere ai “Protocolli dei Savi di Sion” o peggio ancora vogliono credere che l’Olocausto non sia mai avvenuto.

Per non ripetere la Storia bisogna ricordare.